“Tutto parte da una domanda:
che vino mi darà questa terra?”
E proprio da questa semplice domanda che il vignaiolo Silvio Messana è partito. Vendemmia dopo vendemmia, la risposta è andata delineandosi sempre più chiara, insieme alla consapevolezza di non dover lavorare la terra, ma per la terra, dandole la possibilità di esprimersi in tutte le sue caratteristiche. Così la vigna è divenuta non più solo strumento di produzione, ma organismo vivente e mutevole, in simbiosi con il lavoro dell’uomo, ma non al suo servizio.
“Lavorare per la terra, e non la terra.”
I vini Montesecondo raccontano la storia di un ritorno alle origini nel chiantigiano, della trasformazione di una vigna destinata alla sola coltivazione per i grandi nomi della regione alla produzione di vini secondo le regole imposte dalla terra. La filosofia di Silvio si è concretizzata nel tempo nell’adozione di un regime biodinamico e nella riscoperta della vinificazione in anfora, lontano dalle tendenze stilistiche meno rispettose della tradizione toscana