“‘n do arivo metto ‘n segno”
La maturazione delle uve è un altro tratto distintivo della sua cifra stilistica: mai anticipare la raccolta mentre per le etichette più importanti si sfociava facilmente sul limitare della vendemmia tardiva. Lente fermentazioni, pazienti affinamenti in acciaio e cemento ne armonizzavano il tratto. Se l’approccio olistico guidava i gesti in campagna, in cantina dominava la lentezza, l’assoluta mancanza di frenesia, un’aritmia salubre rispetto alle regole imposte dal commercio moderno. Nessun successo o richiesta smuoveva Lucio al punto di metter in vendita un vino prima che lo considerasse pronto.
“Vogliamo produrre vini naturali, salutari e digeribili”
IN MEMORIA DI LUCIO CANESTRARI
Si definiva un “trovatore di vini” per sottolineare che dopo una perfetta maturazione i vini hanno bisogno solo di esser accompagnati nel percorso fermentativo senza intervenire troppo. Diversi giovani vignaioli, oggi divenuti grandi, sono cresciuti nel suo mito o dietro i suoi consigli: le porte di Contrada Coroncino erano aperte per tutti. Il 4 novembre 2021 si è portato via Lucio per sempre. Aveva appena 62 anni. L’azienda da qualche anno è seguita dal figlio Valerio cui competerà l’onere di perpetuare gli insegnamenti ricevuti. Si parte dal più noto di tutti: ‘ndo arivo metto ’n segno, frase scritta in ogni bottiglia usata da Lucio per esaltare la propria matrice artigiana e quindi l’impossibilità di fare cose più grandi di lui.